Bullismo

Bullismo

Viene evidenziata l'assenza di una definizione giuridica specifica per il bullismo, sia in Italia che in Europa, e si sottolinea che i comportamenti riconducibili al bullismo sono spesso affrontati in base alle leggi già esistenti per altri reati, come le lesioni personali, le minacce o lo stalking.

Nel contesto italiano, la legge considera il minore non imputabile fino all'età di 14 anni. Tuttavia, per i minori di età compresa tra i 14 e i 18 anni, non esiste una presunzione automatica di capacità o incapacità di intendere e volere. Il giudice deve valutare caso per caso se il minore è in grado di comprendere il significato e le conseguenze delle sue azioni. Alcuni autori hanno proposto una modifica legislativa per abbassare l'età di imputabilità, considerando la precoce maturità intellettiva dei ragazzi o creando una specifica norma che disciplini il bullismo come reato.

Attualmente, i comportamenti di bullismo possono rientrare in altre figure delittuose esistenti, come le percosse, le lesioni personali o lo stalking. Ad esempio, gli atti di violenza fisica possono configurare il reato di "percosse" (articolo 581 del codice penale italiano), mentre le minacce possono essere punite come reato di "minaccia" (articolo 612 del codice penale). Lo stalking (articolo 612-bis del codice penale) può essere applicato se le condotte di bullismo sono ripetute e causano uno stato di ansia, paura o timore per l'incolumità della vittima o di persone a essa legate.

Nel sistema giuridico italiano attuale, gli atti di bullismo possono essere incriminati come "percosse" (articolo 581 del codice penale) o "lesioni personali" (articolo 528 del codice penale) se causano danni fisici o psicologici alla vittima. Inoltre, il bullismo può rientrare nella figura del reato di "atti persecutori" (noto come stalking) introdotto nell'articolo 612-bis del codice penale nel 2009. Questo reato punisce coloro che con condotte reiterate minacciano o molestano una persona in modo da causare un grave stato di ansia, paura o timore per l'incolumità propria o di un congiunto.

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